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C; 48 Seiten; graph. Darst.; 25 cm. Originalleinen mit farb. illustr. Schutzumschlag.
Bemerkung:
Sehr gutes Ex.; Umschlag stw. minimal berieben. - Italienisch; Latein. - Aus der Bibliothek von Prof. Wolfgang Haase, langjährigem Herausgeber der ANRW und des International Journal of the Classical Tradition (IJCT). - Leonardo Bruni (* um 1369 in Arezzo; ? 9. März 1444 in Florenz), nach seiner Heimatstadt auch Aretino genannt, war ein italienischer Humanist und Staatskanzler von Florenz. ... (wiki) // STEFANO U. BALDASSARRI (Genova, 1968) si è laureato in letteratura umanistica presso l'Università di Firenze prima di conseguire un dottorato in italianistica alla Yale University. ? Composta nel 1404 a sostegno della politica espansionistica della repubblica di Firenze, la Laudatio fiorentine ttrbis di Leonardo Bruni costituisce uno dei testi più importanti e innovativi dell'Umanesimo italiano. In essa il giovane umanista aretino rielabora gli insegnamenti dei suoi due principali maestri, il cancelliere Coluccio Salutati e il dotto bizantino Manuele Crisolora, ripristinando il genere classico della Ictus urbis, non solo nello stile ma anche nella funzione politica del testo. Ispirato all'elogio classico di Ate-ne di Elio Aristide (II sec), il panegirico bruniano si distacca dalla tradizione epidittica medievale sia per l'uso attento di numerose fonti classiche sia per la molteplicità dei temi trattati dall'autore. Firenze, scrive Bruni, si dimostra degna erede di Roma repubblicana, sua fondatrice, non solo per gli alti ideali civili costantemente perseguiti ma anche per la bellezza architettonica, le innumerevoli attività mercantili e il primato culturale. Imitata in Italia e all'estero nel corso di tutto il Quattrocento, la Laudatio è ora per la prima volta offerta in un'edizione critica basata sull'intera tradizione manoscritta. Il testo è corredato da un'ampia introduzione che ne illustra il contenuto, la fortuna e le fonti. (Verlagstext) // INHALT : PREMESSA ------ ABBREVIAZIONI ------ TAVOLA DELLE SIGLE ------ INTRODUZIONE ------ I. Genesi e diffusione della Laudatio fiorentine urbis ------ 1. La Laudatio fiorentine urbis: sincesi di un'epoca ------ 2. Fortuna e influenza della Laudatio ------ II. Descrizione dei testimoni ------ III. Classificazione dei testimoni ------ BIBLIOGRAFIA CRITERI DI EDIZIONE ------ LAUDATIO FLORENTINE URBIS ------ INDICI. // ... A differenza di un Bonvesin de la Riva o di un Giovanni Villani, tuttavia, l'allora poco più che trentenne Bruni poteva contare sulla tradizione greca da poco introdotta in Occidente grazie ai corsi universitari di Manuele Crisolora. Purtroppo, poco ancora sappiamo sui metodi di insegnamento del dotto bizantino chiamato a Firenze nel 1396 per insegnare lingua e letteratura greca. È comunque certo che, insieme alla traduzione di classici greci, la stesura di orazioni ed elogi costituivano gli esercizi più frequenti della sua scuola . Un'epistola databile al 1405-1406 ci informa che un celebre compagno di studi di Bruni, Pier Paolo Vergerio, aveva intrapreso la composizione di un panegirico di Firenze; cinque anni dopo, durante il suo soggiorno in Curia, stesso Crisolora avrebbe confezionato una Synkrisis di Roma e Costantinopoli . Non pochi dubbi rimangono anche circa i testi che Crisolora portò con sé a Firenze; risulta comunque molto probabile che oltre a diversi scritti di Plutarco, Luciano e Libanio il celebre insegnante abbia introdotto nella città toscana il Panathenaicus, ossia l'elogio di Atene composto da Elio Aristide nel Il secolo . È questa appunto la fonte principale della Laudatio, come lo stesso Bruni afferma in una nota epistola, che qui varrà la pena riportare per esteso. Rispondendo, nel 1437, all'arcivescovo di Milano Francesco Pizolpasso, il quale lo aveva informato di severe critiche alla Laudatio formulate in ambiente visconteo, Bruni scrive: Equidem pari quoque adolescentia Laudatiomm illam scripsi, sed tamen in ea ipsa iuvenili laudatione permulta reperientur a me tractata fuisse quae lector aequus et diligens, ut leniter dixerim, non aspernetur. Non enim temere neque leviter id opus aggressi sumus, neque vagi aut incerti per semitas nobis incognitas, peregrinantium more, nostro ipsi arbitratu processimus, sed ducem itineris totiusque laudandi progressus certum indubitatumque habuimus Aristidem, celebrem apud Graecos oratorem, eloquentissimum hominem, cuius extat oratio pulcherrima De laudibus Athena-rum. Illius sermo tanquam magister michi fuit; conatus vero imitandi tanquam ludus exercitatioque adolescentiae . Il debito di Bruni nei confronti di Aristide è già stato discusso in due importanti studi . Siamo pienamente d'accordo con Baron quando questi afferma che se, da un lato, "the Laudatio was the first Florentine work, and perhaps the first work in Humanism as a whole, to profit substantially from the knowledge of Greek", dall'altro Bruni non fu un pedissequo imitatore di Aristide. L'umanista si limitò a impiegare topoi delle laudes urbium classiche letti nel Panatbenaicus. Tale è, ad esempio, il caso deiì'exordium, con l'ampia captatio benevolentiae, oppure la similitudine topografica della città paragonata all'umbone di uno scudo circondato da una serie di cerchi concentrici. Nella stesura del suo panegirico Bruni si rivelò quindi un abile imitatore, utilizzando le principali figure retoriche previste da questa categoria del genere epidittico senza perdere di vista le peculiarità della Firenze di primo Quattrocento, quello cioè che la precettistica classica definisce il raipóc di un componimento. ? (XVIII / XIX) ISBN 8887027986