Beschreibung:

52 S. Text u. ca. 150 S. Fotografien; 8°; kart.

Bemerkung:

Gutes Ex.; Einband etwas berieben. - Mit sehr zahlreichen Abbildungen (Photographien). - La storia della campagna d'Italia è cominciata un giorno di maggio del 1943 a Washington. Nei documenti di guerra si chiama " The Italian Campaign ", è accompagnata, secondo l'uso americano, dall'indicazione anagrafica, la stessa delle pietre tombali: September 1943-May 1945. Anche questo libro, che della vicenda di quei venti mesi offre i documenti dei fotografi militari del Pentagono, è cominciato a Washington, vent'anni dopo. I protagonisti - meno Eisenhower - sono tutti morti. Morti insieme a gran parte dei comprimari. Roosevelt, Churchill, Cordell Hull, Marshall, il capo di stato maggiore di Ike, il generale Bedell Smith, l'importante consigliere rooseveltiano Harry Hopkins, e tanti altri, dalla loro parte come dalla nostra. Cosa avvenne in quel maggio del 1943 nella cabinet room della Casa Bianca adesso lo sappiamo con precisione. Era stata convocata la speciale conferenza militare anglo-americana, in cifrario denominata " Trident ". La Conferenza del Tridente l'aveva proposta Churchill quattro mesi dopo l'incontro di Casablanca, per-ché fra i due alti comandi alleati la valutazione strategica del conflitto era alquanto difforme e Londra temeva che la divergenza si allargasse. Il Presidente Roosevelt, impedito dalla paralisi, lavorava quasi sempre nel suo studio, chiamato per la sua forma l'oval office, al pianterreno della residenza di Pennsylvania Avenue. Lo studio è nella cosiddetta " West Wing ", l'ala occidentale del palazzo presidenziale dove sono situati i principali uffici dei consiglieri. Uscendo dalla porta di sinistra della stanza del Presidente si attraversa l'ufficio della sua segretaria e si accede alla anticamera. Da questa, sempre muovendosi verso sinistra, si arriva alla cabinet room. Il Presidente percorre il medesimo itinerario quando si reca a dirigere le riunioni del suo consiglio dei ministri e quelle più segrete del National Security Council. En-trando si trova di fronte, a perpendicolo, il tavolo di mogano col piano di cristallo, bislungo, dove i suoi collaboratori stanno in attesa. Il salone, di dieci metri per cinque, è arredato con cura ma senza gli sfarzi di altre repubbliche presidenziali. Alla parete di fondo, sopra il caminetto, un quadro del Padre della Patria, il generale Washington, domina l'ambiente. Altri ritratti sulla parete di sinistra sulla quale, all'inizio, è posto un secondo ingresso che da sul corridoio da dove vengono gli invitati alle riunioni. Il corridoio porta all'anticamera generale, detta anche il bivacco perché occupata in permanenza da un plotone di corrispondenti accreditati alla Casa Bianca da quasi tutti i giornali del mondo. Il Presidente prende posto al tavolo, al centro sul lato destro della cabinet room. Sulla sua e sulla poltrona di ciascun membro del Gabinetto, dietro lo schienale, c'è una targhetta di bronzo col titolo e la data d'insediamento. Roosevelt sedeva a quel posto dal 4 marzo 1933, da oltre dieci anni, un record assoluto nella storia della presidenza degli Stati Uniti. (Vorwort)